Giro d’Italia 2021, il sogno di Damiano Caruso: “Il podio sarebbe un regalo alla mia carriera. Bernal il più forte in salita ma non si sa mai”
Damiano Caruso sta vivendo l’occasione della sua carriera al Giro d’Italia 2021. Il corridore della Bahrain Victorious, partito inizialmente per supportare Mikel Landa, arriva al secondo giorno di riposo della Corsa Rosa in seconda posizione in classifica generale con un ritardo di 2’24” dalla Maglia Rosa Egan Bernal. Per il siciliano, da domani, si aprirà una terza settimana che potrebbe portarlo ad un risultato di grande prestigio, il coronamento di una carriera vissuta quasi sempre da uomo a disposizione per i propri capitani.
Proprio da queste considerazioni è partito il ragusano nella conferenza stampa organizzata dal suo team nel giorno di riposo: “Rimango coi piedi per terra, perchè ho sempre svolto un altro ruolo in questo tipo di gare, ma adesso mi trovo qui e mi sembra giusto provare a dare seguito a quanto avevamo preparato tre settimane fa con Mikel e con la squadra”. Non sembra risentire della pressione di trovarsi così in alto in classifica, anzi dimostra tranquillità: “Psicologicamente mi sento bene perchè ho una grande opportunità di farmi un bel regalo. In carriera, per un corridore come me, non si presentano spesso occasioni di questo tipo, anzi capitano forse solo una volta e sono super determinato a portare a termine questo obiettivo”.
Ovviamente già un posto sul podio di Milano sarebbe uno splendido risultato, ma, un pensiero alla Maglia Rosa appare inevitabile: “Mi piacerebbe. Il cuore comanda una cosa ma poi sono le gambe che spingono tutto. Mi piacerebbe metterlo in difficoltà – ha confessato – ma per adesso è evidente che lui è il più forte soprattutto in salita. E poi ha una squadra molto forte che lo sostiene, sarà difficile metterlo in crisi. Noi siamo rimasti solo in cinque e io non ho molte alternative se non cercare di seguirlo e sperare in qualcosa che possa stravolgere la classifica“.
Il classe 1987 conferma di volersi godere appieno questo momento, senza rimpianti per il passato: “In passato ho avuto già alcune occasioni per essere leader ma non ho ottenuto grandi risultati. Ora è cambiata la mia mentalità, ho raggiunto una maturità psicofisica che mi permette di caricarmi di tutte queste pressioni – ha spiegato – Il podio non cambierebbe la mia carriera, a quasi 34 anni non posso inventarmi leader nelle corse a tappe. Mi sto vivendo il momento, voglio raccogliere quello che sto facendo di buono adesso“.
Dunque uno sguardo sui possibili rivali per il podio di Milano: “I pretendenti al podio sono tutti più giovani di me. È in atto un ricambio generazionale importante. Questi giovani sono forti ed esplosivi e, alcuni di loro, già vincenti. Io, da parte mia, ho un buon bagaglio di esperienza. I rivali più pericolosi sono, ovviamente, quelli che sono dietro di me in classifica. Ieri ho visto molto bene Bardet, ma attenzione anche a Hugh Carthy e Simon Yates. La lotta podio è aperta, è ancora presto per trarre conclusioni. Bisogna aspettare qualche giorno, alla fine settimana ci si potrà sbilanciare”.
Infine, spazio ai programmi per il proseguimento della stagione, con le Olimpiadi come obiettivo principale ma senza passare dal Tour de France: “Dopo il Giro mi riposerò un po’, poi farò i Campionati Italiani. Dopo un ritiro in altura con la squadra, poi le Olimpiadi e poi stiamo valutando la partecipazione alla Vuelta, ma per andare a caccia di tappe non per la classifica generale – ha spiegato – le Olimpiadi sono il punto fondamentale di questa stagione. Saranno difficili da preparare, sto studiando il modo di avere un altro picco di condizione in quel momento ma non sarà facile, perchè non facendo il Tour potrò solo allenarmi e spero che questo non vada ad influire sul risultato finale”.
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